domenica 16 febbraio 2014

Matrimonio, un'aspettativa troppo alta?

"Ily, ho scelto l'abito!" I miei occhi sono inavvertitamente caduti sul messaggio di whatsapp appena comparso sullo schermo del mio Iphone, nonostante io cerchi di evitare di dare troppo importanza ai numerosi beep ad uso personale in orario di lavoro.
Ma era impossibile non leggerlo. Certo, che Ilaria si sarebbe sposata già lo sapevo, la data è fissata da tempo, ma quel messaggio aveva per me un valore diverso. Paradossale, la coincidenza con i discorsi che, nella cena di san Valentino, hanno creato qualche dissapore.
"Allora, com'è andata mercoledì in reparto? hai novità?" Sapevo già dove portare il discorso. Le mie domande non sono mai casuali. "Mi trovo bene, per questo spero di specializzarmi qui e poi eventualmente fare un'esperienza all'estero" No Giorgio ti prego, non lo dire. Serata rovinata. Sono mesi che penso ad un futuro all'estero, dopo New York ho cambiato modo di vedere la mia vita. Ho voglia di un cambiamento, forte, ed è un pensiero a cui mi sto aggrappando. Ma evidentemente solo io la penso così, visto che la mia dolce metà di fuggire dal belpaese non ci pensa proprio. O almeno prova a fingere di pensarci. Io non ci casco. "Lo sai cosa vuol dire questo? Non ci sposeremo mai!" Centra poco il matrimonio col partire o col restare, ma cosa voglio davvero? Una vita insieme, la nostra vita, la nostra casa e il nostro futuro. Più si resta e più tempo ci vuole. Ho davvero bisogno di vivere con te, Giorgio. Quanto dovrò ancora aspettare? Più vado avanti più scopro di coppie che si sposano o di bambini in arrivo. A lavoro, su facebook, dalla compagna del liceo. Per non parlare delle nostre amicizie: tutte prese con i preparativi per il gran giorno. Sabati sera a svogliare riviste di abiti nuziali, racconti del pomeriggio all'agenzia di viaggi (meglio Caraibi o Polinesia?) e foto di cucine e divani. Ed io, quando potrò anch'io annoiare la compagnia con tali argomenti? Assolutamente vietato mettere pressioni al responsabile della tua attesa o si rischia di perdere quello che si è costruito, sopratutto quando la meta è vicina. Ed è di questa meta che voglio scrivere, raccontare il mio percorso sino al traguardo. Ma con la vittoria in pugno. Al sapore di cuore.

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